E da un pò di tempo che gli ingegneri di Google stanno lavorando per trovare le prove sul fatto che il motore di ricerca Bing utilizzi i propri risultati.
Per convalidare le accuse è bastato inserire delle parole scritte intenzionalmente male per vedere che il motore di ricerca targato Microsoft dava i risultati corretti come se fossero elaborati dall'algoritmo di Mountain View.
"Come è possibile che Bing fino a qualche giorno fa non avesse risultati per questa parola, scritta in modo sbagliato, e dopo qualche giorno alla stessa richiesta rispondesse con risultati giusti basati sulla parola corretta?", commentano gli stessi ingenieri,"Microsoft utilizza i dati delle nostre ricerche e li inserisce nel suo motore attraverso Internet Explorer e la "Bing Toolbar", la barra opzionale di Bing che può essere installata come estensione del browser".
Durante questi test sono state inserite nel db di Google delle parole fasulle che invece del classico messaggio "pagina non trovata" stilava una vera e propria lista di risultati (anche quelli fasulli). La prova evidente stà nel fatto che la stessa lista apparisse dopo un pò di tempo anche su Bing.
Per fare chiarezza la casa di Bill Gates raccoglierebbe i risultati di ricerca Goolge utilizzando internet explorer e tramite la sua toolbar gli indicizza direttamente nel proprio motore di ricerca.
Le affermazioni di Amid Singhal, uno degli ingegneri, sono molto dirette: "Microsoft stà realizzando un'imitazione a basso costo del nostro motore. Investiamo molto nella qualità delle nostre tecnologie di ricerca e ci piacerebbe competere con algoritmi sviluppati da altri che siano innovativi, e non con risultati riciclati dal nostro motore".
"Folle" invece é il commento di Matt Cutts (responsabile della qualità di Google).
Harry Shrum, vicepresidente di Bing, si giustifica dicendo che:"Bing attinge da oltre mille fonti, e utilizza l'input fornito dai suoi utenti per migliorare la sua funzionalità. Utilizzare dati che gli utenti decidono spontaneamente di condividere non è copiare, ma una pratica che permette all'applicazione di restituire risultati più precisi".
Peccato che il termine condividere non sia del tutto corretto infatti se noi vogliamo condividere qualcosa siamo liberi di farlo ma che una azienda si prenda senza il nostro consenso le informazioni utilizzando canali invisibili come una toolbar é qualcosa di diverso.
Questa tecnica di "copiare dati" non è una novità in casa Microsoft, ma un canale che viene utilizzato da decine di anni, basti pensare a tutti i driver che chi usa un sistema operativo Windows deve installare per poter far funzionare un determinato hardware.
Facciamo un esempio:
Facciamo finta che ogni stampante, filo più filo meno, per funzionare abbia bisogno di 6 fili fondamentali: 2 per l'alimentazione, 2 per il segnale e 2 per gli impulsi. I produttori non utilizzano la stessa serie di connessioni, possiamo avere i primi due fili al centro della presa come hai lati per cui è necessario che il pc sappia come smistare sui fili i segnali giusti.
Ogni azienda fornisce gratuitamente per ogni modello le specifiche delle connessioni ma la Microsoft richiede alle aziende di fornire un disco con le informazioni (disco driver) per fare in modo che tali informazioni vengano registrate, tramite un programmino specifico, all'interno dei registri di Windows.
Una volta che i dati sono all'interno alla non serve altro che andare a curiosare i registri tramite Windows Update che come potete provare esegue una scansione iniziale per vedere se il pc necessita di aggiornamenti.
In questo modo la Microsoft sa che tipo di schede madri usiamo, che Hd, che schede video e cosi per ogni componente installato sul nostro pc.
Purtroppo per loro ora ha tentato di usare la sua "arte" per rubare dati ad una azienda che sa il fatto suo e che non esiterà di portare il fatto in tribunale.
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